Quanti di noi, almeno una volta, hanno sentito la parola drone? Da diverso tempo è entrata nel linguaggio comune, ma cosa significa esattamente? Nonostante i modelli disponibili siano centinaia con caratteristiche spesso molto differenti, il drone si può definire come un “Aeromobile a pilotaggio remoto”, cioè un velivolo in grado di muoversi a distanza e caratterizzato dall’assenza di un pilota a bordo. Il controllo del mezzo da parte del conducente, infatti, avviene in remoto da un punto più o meno lontano (a seconda della qualità del velivolo impiegato) mediante una serie di comandi inviati al computer di bordo. L’ENAC (Ente Nazionale per l’Aviazione Civile in Italia) a prescindere dalla grandezza e dalla potenza del mezzo adoperato nelle fasi di volo opera una importante distinzione tra:
- Aeromodelli: Impiegati solo a fini ricreativi o sportivi e non soggetti alle regole stabilite dal Codice della Navigazione.
- Sistemi Aeromobili a Pilotaggio Remoto (SAPR): Utilizzati a fini professionali e, dunque, sottoposti alle norme nazionali. Per poterli pilotare è necessario, pertanto, essere in possesso di un attestato o di una licenza di pilota.
I droni, come la maggior parte delle innovazioni tecnologiche , inizialmente sono stati sviluppati ed impiegati prevalentemente in ambito militare. La prima comparsa dei “droni”- se così si può dire- viene fatta risalire dagli esperti al 1849, quando gli austriaci in guerra con la città di Venezia si servirono di enormi palloni carichi di esplosivo lanciandoli dalla nave Vulcano ormeggiata nei pressi della laguna.
Al giorno d’oggi, gli eserciti più potenti del mondo si servono di droni sofisticatissimi per spiare i nemici a centinaia di chilometri di distanza o sganciare bombe devastanti con estrema precisione. Negli ultimi anni, tuttavia, questi gioielli della tecnologia hanno trovato un’ampia diffusione anche in ambito civile.
Sono milioni i semplici appassionati o i professionisti che quotidianamente utilizzano i droni per divertimento o per lavoro. Vediamo quali sono alcune delle funzioni più comuni degli attuali droni:
- Ricerca di persone scomparse: Sono diventati strumenti imprescindibili per guidare le operazioni di soccorso quando si verificano calamità naturali di particolare gravità o nella ricerca di persone scomparse in aree difficilmente raggiungibili con i mezzi di trasporto tradizionali (si pensi ad esempio, alle vette di una montagna o ad un bosco). In numerose occasioni si sono rivelati decisivi per salvare vite umane probabilmente destinate, in caso contrario, ad un tragico destino.
- Tutela del patrimonio artistico e naturalistico.
- Sicurezza durante gli eventi pubblici: Utilissimi per le forze dell’ordine al fine di garantire la sicurezza durante concerti, comizi, gare o eventi pubblici più in generale durante i quali si potrebbero verificare problemi di ordine pubblico.
- Monitoraggio del clima/zone contaminate/impianti industriali/centrali termoelettriche/biodiversità e fauna
- Trasporto e commercio: Alcune grande imprese come, ad esempio, Amazon hanno iniziato a servirsi dei droni per effettuare consegne a tempo di record riuscendo a far arrivare a destinazione le merci dal magazzino direttamente a casa del cliente in una manciata di minuti. Si tratta di una tendenza che è destinata inevitabilmente a diffondersi a macchia d’olio in tutto il mondo.
- Riprese video/fotografia: Se sono diventati così popolari sia a livello amatoriale che professionale, buona parte del merito va certamente dal “potere” che ci offrono di trasformarci in “fotografi dei cieli”. Quello che solo alcuni anni fa appariva come un sogno alla portata di pochi fortunati, oggi è una concreta realtà per tutti.
- Pesca: I droni stanno iniziando a rivoluzionare anche l’antico mondo della pesca. Equipaggiando adeguatamente il velivolo è infatti possibile rilasciare a distanza le posture o lanciare le esche al momento opportuno – mediante la visione delle immagini in tempo reale riprese dalla telecamera- non appena viene avvistato un branco di pesci.
Esistono diversi parametri per classificare le numerose tipologia di droni. Si posso dividere, ad esempio, in base al numero dei motori (Monocottero, Tricottero, Quadricottero, Esacottero, Octocottero), alla dimensione (Nano-drone, Mini-drone, Drone Medio, Droni Grande) o al raggio d’azione (drone giocattolo, a basso raggio, a medio raggio e ad ampio raggio).
La classificazione più importante- indipendentemente dal peso del velivolo- è quella stabilita dall’ENAC che distingue tra Aeromodello (esclusivamente per uso ricreativo) e SAPR (uso professionale)
Se un aeromodello non supera i 25 kg. di peso, il drone può volare liberamente seguendo, ovviamente, tutte le norme di sicurezza previste dalla legge per non provocare danni a persone o cose. Se, al contrario, supera i 25 kg., il velivolo può volare esclusivamente in campi di volo autorizzati.
I SAPR sono divisi in 4 categorie ed il pilota è sempre tenuto a richiedere un attestato od una licenza:
Meno di 300 grammi: Attestato di pilota remoto
Meno di 2 Kg: Attestato di pilota remoto
Sotto i 25 Kg: Attestato di pilota remoto
Dai 25 Kg. ai 150 Kg: Licenza di pilota remoto
Oltre 150 Kg: In questo caso si tratta di aeroplani a tutti gli effetti
Pilotare un drone è un esperienza molto divertente che però, come tutte le cose, richiede tempo e pratica per consentirti di raggiungere un buon livello di “padronanza” del mezzo. Sul mercato sono presenti modelli in linea con il livello di abilità di ciascuno: droni giocattolo, di fascia bassa, semi-professionali e professionali.
Se sei alle prime armi è sempre meglio iniziare con un modello base per poi passare a quello di fascia superiore non appena di sentirai pronto.
Indipendentemente dalla qualità o dalla potenza del multicottero, i controlli fondamentali che dovrai imparare a maneggiare-servendoti del tuo trasmettitore- per trasformarti in un “asso del cielo” sono sostanzialmente 4:
- Rollio: con il rollio sposti lateralmente il drone verso destra o verso sinistra spingendo lo stick nella direzione desiderata. Se, ad esempio, decidi di far virare il drone verso sinistra aumenteranno i giri dei motori di destra, e viceversa.
- Inclinazione: si realizza spingendo lo stick destro del trasmettitore in avanti o indietro.
- Straorzata: permette al velivolo di muoversi in senso orario o antiorario spingendo lo stick di sinistra verso sinistra o verso destra, in base a movimento che desideriamo effettuare. La straorzata, dunque, è utilizzata per far cambiare la direzione al drone durante le fasi di volo.
- Acceleratore: è il comando che consente di aumentare il numero dei giri dei motori e di sollevare il velivolo da terra una volta che la potenza dell’energia generata dalle eliche sarà in grado di farlo innalzare. L’acceleratore si attiva spingendo lo stick sinistro in avanti e si spegne portandolo indietro. Assicurati di non disattivare l’acceleratore fino a quando il multicottero non avrà raggiunto almeno un paio di centimetri di distanza dal suolo.
Ricapitolando, ecco i comandi del trasmettitore:
Stick destro: avanti e indietro/destra e sinistra
Stick destro: senso orario e antiorario
Le dimensioni dei droni sono innumerevoli. Per quanto riguarda gli usi a livello amatoriale partono da pochi centimetri di diametro, come, ad esempio, i cosiddetti micro-droni che posso essere tenuti senza problemi nel palmo di una mano (ideali per i bambini o in spazi chiusi), fino a circa 1 metro di diametro. Mentre per quelli che superano il metro ci si sposta su categorie decisamente professionali. In tal senso, c’è senza ombra di dubbio l’imbarazzo della scelta.
Le imprese che si stanno lanciando nella progettazione e nel lancio dei droni sono in costante aumento. Tra le marche che dominano l’attuale mercato non si possono non citare: la Parrot, la Dji, la Yuneec, la Air Hogs e la Syma.
Una grande fortuna per chi desidera avvicinarsi al mondo dei droni è la possibilità di poter iniziare a coltivare questa passione senza doversi svenare. Il mercato, infatti , offre una molteplicità di modelli a costo davvero contenuto e con tutte le funzionalità necessarie per consentirti di familiarizzare con il velivolo prima di passare ad esemplari più complessi.
I “multicotteri” possono apparire come dei semplici giocattoli ma saperli pilotare richiede sforzo ed impegno costanti. Sapere come “muoversi” tra i diversi comandi, imparare le giuste traiettorie e come far ritornare il velivolo alla base sono competenze che devono essere acquisite con il tempo. Niente, dunque, può essere lasciato al caso.
Per aiutarti a decidere quale drone faccia più comodo alle tue esigenze, il consiglio è quello di valutare alcuni criteri di massima come:
Tipo di materiali
I più comuni sono in plastica, alluminio, fibra di carbonio. Quest’ultimo è indubbiamente il migliore in quanto coniuga resistenza e leggerezza. Quelli in plastica, invece, predominano nei modelli di fascia bassa e risultano estremamente fragili. Per questo è necessario prestare molta cura durante le operazioni di volo in quanto un semplice urto potrebbe provocare danni significativi al velivolo, se non addirittura la loro distruzione.
Durata della batteria
Generalmente la “resistenza” della batteria dei droni di fascia bassa non raggiunge i 10 minuti, mentre non supera i 28 minuti nei modelli professionali. Un limite che è sempre importante tenere in conto.
Uso indoor/outdoor
Se il tuo obiettivo è divertirti in casa o in giardino con i tuoi figli i mini-droni sono l’ideale per te: maneggevoli, poco ingombranti, sicuri.
Se, invece, ami gli spazi aperti per dare libero sfogo alla tua passione allora è bene scegliere modelli più grandi per tenere costantemente il velivolo sotto stretto controllo visivo.
Dotazione fotocamera/videocamera
Se i droni stanno riscuotendo tutto questo successo una menzione d’onore spetta all’opportunità di poter scattare fantastiche fotografie dall’alto o di riprendere paesaggi mozzafiato da una prospettiva inimmaginabile solo fino alcuni anni fa. Se anche tu vuoi “sfruttare” i droni per cimentarti con il mondo della fotografia sono disponibili modelli davvero economici con fotocamera incorporata, ideali per apprendere a scattare fotografie di discreta qualità.
Tipologia di controllo
Posso essere pilotati con il “classico” telecomando” (o controller) oppure con lo smartphone, utilizzando una applicazione specifica fornita dall’azienda produttrice. Ti basterà, dunque, installarla sul telefonino per guidare il velivolo in remoto.
La risposta è banale: dipende! Ce ne sono per tutte le tasche! I modelli- ed i prezzi- sono davvero innumerevoli, per semplificare il “quadro” si potrebbero ricondurre a tre diverse tipologie:
Fascia Economica: Utilissimi se sei alle prime armi o vuoi far impazzire di gioia i tuoi bambini. Sono estremamente economici con prezzi medi dai 50 euro ad i 150 euro. Molto leggeri e maneggevoli, possono essere guidati con un radiocomando o un cellulare. Nonostante il costo contenuto sono ideali per i principianti in quanto dispongono delle funzioni essenziali di pilotaggio. La durata della batteria, tuttavia, si limita a pochi miunti.
Fascia Media: E’ una categoria particolarmente corposa ed abbraccia tutti quei modelli utilizzati per semplice scopo ricreativo o semi-professionale. I costi, dunque, variano mediamente dai 300 euro agli oltre 1000 euro e sono dotati delle componenti fondamentali per godere al massimo di tutte le funzionalità più interessanti dei droni (Gps, Gimbal, ritorno automatico, FVP ecc.). L’autonomia della batteria si assesta tendenzialmente intorno ai 15 minuti.
Fascia Alta: Sono i modelli professionali dotati delle tecnologie più avanzate del settore. Ovviamente i prezzi sono proibitivi- o quantomeno non alla portata di tutti- e partono da un prezzo minimo di diverse migliaia di euro. Quelli usati dalle forze dell’ordine o ad uso scientifico, invece, possono arrivare anche svariate decine di migliaia. La durata media della batteria è di circa 30 minuti.
Su questo punto non c’è nessun limite o richiesta di alcuna certificazione. Per quanto riguarda l’utilizzo, invece, valgono le stesse regole di quelli già assemblati.
Sono sempre di più i negozi di elettronica che hanno in stock droni delle varie fasce di prezzo. Il vero business, tuttavia, è certamente rappresentato da internet. I maggiori portali di vendita online (come Amazon, solo per citarne uno) ogni giorno mettono a disposizione centinaia di modelli divisi per categoria e con utilissime schede tecniche ed opinioni da parte degli utenti. Si tratta di un indubbio aiuto se il tuo obiettivo è raccogliere preziose informazioni prima di procedere con l’acquisto di un velivolo.
Se utilizzi il drone a fini ricreativi o hobbystici, pur non essendo obbligato a dotarti di un apposito attestato o licenza, sei comunque tenuto a rispettare le regole dettate dall’ ENAC. Pilotare un velivolo- indipendentemente dal peso o dalla grandezza- non è affatto un gioco. Una guida approssimativa potrebbe causare danni anche seri a persone o cose. Il pilota, dunque, è sempre responsabile (anche penalmente) degli abusi compiuti.
L’ENAC ha fissato una serie di regole valide per tutti sia amatori che professionisti. Ecco le più importanti:
- Consentito volare solo di giorno e sempre mantenendo il contatto visivo con l’aeromodello senza l’ausilio di dispositivi ottici o elettronici
- Voli ammessi solo in zone non popolate, sufficientemente lontane da edifici, infrastrutture e installazioni fino ad un’altezza massima di 70 metri ed un raggio massimo di 200 metri
- Vietato volare a meno di 5 km di distanza da aeroporti o obiettivi sensibili (strade, piazze, monumenti)
- Attenzione alla privacy: fotografare o riprendere una persona di nascosto o senza un esplicito consenso configura il reato di violazione della privacy ed è perseguibile penalmente. Se le immagini sono finalizzate alla pubblicazione è sempre obbligatorio chiedere il consenso del diretto interessato. Al contrario, per quanto riguarda le riprese o immagini private non c’è alcun vincolo.
- Rispettare le eventuali disposizioni emesse dalle amministrazioni locali competenti: per i professionisti la normativa prevede che i piloti indossino un giubetto ad alta visibilità recante l’identificativo “pilota di APR”. Per individuare esattamente le aree con divieto di sorvolo può consultare le carte aeronautiche e l’AIP (Aeronautical Information Publication).
È un compito che spetta alla Questura Provinciale del territorio nel quale viene commessa l’infrazione e in alcuni casi anche l’ENAC, secondo quanto previsto dal Codice della Navigazione. Ma c’è una regola più importante di tutte le altre: il buon senso. Se, ad esempio, le condizioni meteorologiche non si prestano al volo a causa del forte vento o della pioggia, nonostante avessimo scelto il posto “perfetto” (lontano dalle zone sensibili, aperto, senza alberi od ostacoli) è meglio rinviare ad un’altra occasione. Non solo la probabilità di perdere il controllo del drone crescerebbe esponenzialmente (e non è detto che possa poi recuperarlo), ma anche l’eventualità di provocare danni agli altri.
Le batterie LiPo (Lithium Polymer) sono certamente le più diffuse nel mondo dei droni. Il loro punto di forza è l’estrema versatilità e leggerezza. Sono in grado, infatti, di immagazzinare una quantità incredibile di energia in pochissimo spazio e non hanno bisogno di nessun contenitore. Questo le rende particolarmente idonee ad essere “sagomate” per gli usi più disparati. Tuttavia sono caratterizzate anche da un limite non di poco conto: la durata estremamente limitata. Quelle più a buon mercato non superano generalmente i 5/7 minuti, mentre quelle di fascia media non vanno oltre i 15/20 minuti. Non va poi tanto meglio con le più “potenti”: meno di 30 minuti.
Per saperne di più e scoprire alcuni utili trucchi per allungare la vita di una batteria LiPo, ti consigliamo la lettura di questo articolo.
È l’acronimo di First Person View ed è una particolare modalità di volo molto in voga che permette al pilota di guidare- tramite un sistema di pilotaggio remoto- il velivolo a distanza come se in quel momento si trovasse fisicamente a bordo. Funziona mediante l’installazione di un videocamera che dialoga con un trasmettitore di ricezione ed uno di decodifica. La particolarità della FPV è che oltre al classico controller può essere sfruttata anche indossando degli smart-glasses (occhiali-smart) di ultima generazione che ricevono le immagini in tempo reale.
Un’applicazione particolarmente divertente- e che sta riscuotendo un successo enorme tra gli appassionati di tutto il mondo- sono le Drone Racing. Gare di abilità durante le quali i piloti si sfidano in campo aperto con l’obiettivo di schivare i droni avversari e gli ostacoli. Per praticare questo tipo di competizioni si impiegano generalmente micro-droni o, comunque, velivoli di piccole dimensione che si prestano benissimo ad incredibili acrobazie.
Una passione che in Italia ha portato alla nascita di un’associazione ad hoc, la FPVGP.
Quando si decide di uscire in ricognizione di volo con il proprio drone è sempre bene premunirsi per evitare spiacevoli sorprese. L’imprevisto, infatti, è sempre dietro l’angolo. Pertanto, come dice un antico proverbio, “Prevenire è meglio che curare”. Quali sono, dunque, gli accessori extra che non dovrebbero mai mancare?
Innanzitutto, una o più batterie di riserva. Le LiPo hanno una autonomia particolarmente limitata (quelle di fascia superiore non superano i 30 minuti). Avere una batteria di scorta ti consentirà in pochi minuti di sostituire quella che si è appena esaurita per poter riprendere immediatamente le operazioni di volo.
In secondo luogo, è fondamentale disporre di un caricabatterie compatibile con la Lipo che stiamo utilizzando. Non esistono, infatti, dei caricatori universali: ad ognuna il suo!
Per scongiurare al massimo eventuali danneggiamenti del velivolo durante il trasporto, acquistare uno zaino o una custodia specifica è una spesa molto azzeccata. Perché rischiare di dover comprare componenti sostitutive a causa di un banale urto?
Infine, se il drone dovesse sporcarsi o bagnarsi (un’ipotesi non tanti remota se voliamo in campo aperto a contatto con polvere o terriccio) è una buona norma provvedere a pulirlo od asciugarlo il prima possibile con un panno preferibilmente in micro-fibra.
Tra le tante innovazioni apportate in ambito civile negli ultimi anni, i droni hanno rivoluzionato radicalmente anche il mondo della fotografia. Quello che fino a pochi anni fa sembrava una impresa impossibile a favore di pochi, cioè scattare fantastiche fotografie dall’alto, oggi è una possibilità alla portata di tutti. In un recente passato, infatti, l’unica strada per immortalare paesaggi ad alta quota era quella di affittare degli elicotteri e delle costose attrezzature. E chi se lo poteva permettere? Quasi nessuno.
Oggi, invece, l’enorme domanda di droni ha generato un effetto positivo per tutti i consumatori: velivoli dotati di fotocamera di qualità ad un prezzo sempre inferiore. Chi è alle prime armi non deve affatto temere di doversi “dissanguare” per iniziare a scattare fotografie dal cielo. Il mercato offre modelli a basso costo (meno di 100 euro) dotati di macchina fotografica ideali per cominciare a “farsi le ossa” e capire quali sono le migliori tecniche per riprendere paesaggi mozzafiato. La qualità delle immagini sarà ovviamente limitata, ma è un punto di partenza fondamentale.
Una volta acquisita la giusta abilità sarà poi un gioco da ragazzi passare a esemplari con funzionalità più avanzate e mettere a frutto le tecniche personali acquisite durante gli allenamenti. Per scegliere il miglior drone con fotocamera più in linea con le tue esigenze, ti suggeriamo di tenere in conto alcuni requisiti basilari validi sempre nel momento in cui è necessario compiere una scelta:
- Sistema di stabilizzazione: Durante la fasi di volo il drone è soggetto a “sbalzi” improvvisi che potrebbero compromettere la qualità delle immagini rendendole poco nitide o sfocate. Per questo è essenziale che la fotocamera sia sempre ben salda sul piano orizzontale. Questa stabilità può essere sia di tipo elettronico (fotocamere “intelligenti” che sono in grado di “capire” quando utilizzare una risoluzione invece di un’altra) o fisica (attraverso uno strumento agganciato al corpo del drone chiamato nel gergo tecnico Gimbal)
- Durata della batteria
- Sensore e obiettivo
Per pilotare un APR di peso superiore a 25 kg e sempre per motivi professionali è necessario conseguire un attestato rilasciato da un Centro di Addestramento autorizzato dall’Enac e avere un certificato medico LAPL (Licenza di pilota di aeromobili leggeri) rilasciato da un medico autorizzato. Può essere richiesto da tutti i cittadini italiani che abbiano compiuto 18 anni e consiste in un corso teorico basico della durata di 16.
Terminato il corso teorico si dovrà effettuare un esame basato su 24 domande a risposta multipla relative agli argomenti trattati durante il corso (principi generali di volo e componenti del drone, meteorologia, Normativa Aeronautica e Legislazione, Fonia Aeronautica) della durata di 50 minuti.
Una volta superato il corso teorico si passa al corso pratico (sempre presso un centro di addestramento autorizzato) che consiste in 30 missioni della durata di 10 minuti ciascuna. Durante le prove sarà richiesto di effettuare alcune manovre con il drone per valutare l’abilità tecnica (decollo e atterraggio senza Gps, un quadrato o rettangolo di prua, allontanamento in diagonale e rientro in diagonale sullo stesso punto, cerchi di prua intorno ad un asse immaginario, spirale montante o discendente, due virate e due rettilinei incrociati). Superato anche il corso pratico viene rilasciato l’attestato relativo al tipo di corso scelto dall’allievo.
A questo punto è importante evidenziare la differenza tra corso Basico e corso critico. Con il primo il pilota può operare in aree non congestionate (campagne, boschi, montagne ecc.), con il secondo– ovviamente previe autorizzazioni- si possono realizzare attività di volo anche in aree critiche (impianti industriali, linee ferroviarie, manifestazioni pubbliche, eventi sportivi, zone congestionate ecc.).
La durata dell’attestato di pilota APR è di 5 anni e per rinnovarlo è necessario frequentare un corso di aggiornamento teorico e superare un esame pratico. Quanto costa il corso? Mediamente intorno ai 1000 € tutto incluso (comprensivo di teoria, prove pratiche ed esame pratico). A ciò vanno aggiunti dai 100 ai 250 € per registrare il drone presso l’ENAC; 270 € per l’assicurazione di responsabilità civile del drone e 100 € circa per la visita medica.
Per prima cosa è fondamentale sottolineare la differenza tra aeromodelli e Sistemi aeromobili a pilotaggio remoto (SAPR). Secondo l’ENAC per aeromodello si intende qualsiasi velivolo a pilotaggio remoto impiegato per scopi ricreativi o sportivi sotto il costante controllo visivo dell’aeromodellista. Per pilotarli non è necessario possedere nessun titolo abilitativo.
I SAPR sono i Sistemi a Pilotaggio Remoto utilizzati a fini professionali. Se il drone in dotazione è di peso inferiore ai 25 kg. e non sarà impiegato in aree critiche (cioè aree non congestionate, lontano da assembramenti di persone, linee ferroviarie, autostrade, impianti industiali ecc.) non c’è l’obbligo di alcuna autorizzazione da parte dell’ENAC. Basterà presentare un’ autocertificazione (o autocertificazione) all’ente- scaricabile direttamente dal sito ufficiale- che attesti il possesso di determinati requisiti (idoneità psicofisica, assicurazione, frequenza di alcuni corsi specifici ecc).
Se il SAPR ha un peso uguale o superiore a 25 kg. e viene impiegato in aree critiche, la semplice autocertificazione non basta più: è necessario essere in possesso di un “patentino” o meglio una licenza di pilota della durata di 5 anni.
Se non sei un professionista– cioè se voli per semplice divertimento- la legge non impone nessun obbligo assicurativo. Nonostante questo, è sempre utile avere le spalle “coperte”. E’ bene ricordare, infatti, che il pilota è sempre responsabile civilmente e penalmente di eventuali danni arrecati durante le fasi di volo del drone ad altre persone o cose.
Considerato l’enorme successo riscosso da questi velivoli, sono sempre di più le compagnie assicurative che offrono polizze annuali per la responsabilità civile nell’uso di droni amatoriali a prezzi davvero contenuti (meno di 50 €).
Per uso professionale, al contrario, l’assicurazione è sempre obbligatoria.
Certo, l’importante è rivolgersi ad un’azienda o un privato riconosciuto dall’ENAC ed assicurato.
A seconda della tipologia di drone scelto, i costi possono variare dai 100 € ai 300 € al giorno e devi disporre, ovviamente, della patente corrispondente alla categoria di mezzo che desideri affittare. L’opzione noleggio si rivela particolarmente interessante se sei un professionista e ti hanno commissionato un lavoro ma non disponi del drone adeguato per tale compito o non lo possiedi affatto per varie ragioni.
Se utilizzi il drone per lavoro meno di 15 volte all’anno ricorrere al noleggio potrebbe essere più conveniente che comprarlo. Al costo del velivolo in sé, infatti, bisogna aggiungere l’assicurazione ed il riconoscimento del mezzo presso l’ENAC. Tutti questi costi aggiuntivi, invece, sono a carico dell’impresa che effettua il servizio di noleggio.
Vorresti portare con te il drone in vacanza per scattare eccezionali fotografie dall’alto da poter condividere con amici e parenti una volta rientrato a casa? L’Enac suggerisce di contattare la compagnia aerea di riferimento con la quale si intende viaggiare non solo per verificare che le dimensioni del bagaglio siano adeguate alle politiche aziendali, ma soprattutto per valutare le restrizioni stabilite per le batterie al litio che sono considerate merce pericolosa.
L’Enac chiarisce su questo tema chiarisce che “In accordo alla normativa europea, le operazioni professionali con APR sono regolamentate a livello nazionale e non vi è automatico riconoscimento di autorizzazioni estere. L’Operatore straniero può operare in Italia solo se autorizzato da ENAC o se dichiara la rispondenza ai requisiti italiani, quale applicabile, in funzione della tipologia delle operazioni che intende svolgere.se risponde ai requisiti italiani. L’ENAC comunque, caso per caso, può prendere credito da autorizzazioni di Autorità estere per considerare la rispondenza al Regolamento italiano”.
Allo stesso modo, a parti invertite, non essendo stati stipulati fino a questo momento accordi bilaterali, l’operatore riconosciuto dall’ENAC per svolgere la propria attività in altri Paesi dovrà chiedere all’autorità pertinente quali requisiti si applicano nel Paese di riferimento.