Droni e fotografia: una rivoluzione per tutti
L’esplosione del fenomeno droni in tutto il mondo ha sancito, tra i tanti campi di applicazione, una vera e propria rivoluzione nel mondo della fotografia sia in ambito amatoriale che professionale. D’altronde, le fotografie che è possibile scattare dall’alto con i droni molto spesso lasciano senza parole e non sarebbero replicabili- almeno con la stessa intensità visiva ed emozionale- sulla terra ferma (per quanto l’autore/artista possa impiegare tutta la creatività di cui dispone).
Fino a pochi anni fa per ottenere un effetto simile era necessario investire cifre di tutto rispetto. Una merce rara nella disponibilità esclusiva di grandi registi o fotografi che potevano permettersi l’affitto di elicotteri o aerei (e delle relative attrezzature speciali come i teleobiettivi) per immortalare il mondo dall’alto: scatti panoramici che spesso hanno fatto la storia.
In pochi anni il mondo è completamente cambiato. Con l’acquisto di un drone da poche centinaia di euro anche un semplice appassionato può trasformarsi in un fotografo di tutto rispetto condividendo i suoi scatti. La forte domanda di mercato, d’altronde, ha determinato un calo sensibile dei prezzi e così con una spesa modesta puoi dotarti di un drone in grado di offrire un risultato notevole.
I servizi fotografici con droni sono sempre più richiesti per eventi particolarmente speciali. Si pensi, ad esempio, ai matrimoni o alle feste di compleanno per rendere quel giorno ancora più unico. Il drone in sé, tuttavia, non è sufficiente per dar vita a fotografie di qualità. È necessario fare pratica nel tempo (consigliabile a tal proposito iniziare con un mini-drone da interno) e seguire una serie di regole sia di tipo climatico/ambientale che più prettamente tecniche come il “settaggio” della fotocamera nel migliore dei modi.
Fattori climatico/ambientali
Quando decidi di liberare in aria il tuo drone per effettuare degli scatti fotografici devi tenere in grande considerazione una serie di indicatori climatici e ambientali che possono favorire o ostacolare pesantemente le operazioni di volo. Non operi, infatti, in uno spazio “asettico”: tutto deve essere calcolato con precisione per non ritrovarti a veder mandate in fumo ore ed ore di impegno intenso o provocare danni, a volte irreparabili, al tuo gioiello volante. Vediamo, dunque, quali sono i fattori climatico/ambientali da tenere sotto osservazione prima di iniziare una sessione di volo.
Pianifica ora e luogo dello scatto
Se hai già in mente lo scatto “ideale” prima dello scatto “reale”, cioè se sai già quello che desideri ottenere con la tua fotografia gran parte del lavoro sarà già portato a casa ed eviterai di perdere tempo prezioso nell’effettuare voli di ricognizione (ricorda che la durata della batteria di un drone è estremamente limitata!).
Gli scatti più suggestivi solitamente si possono catturare all’alba o al tramonto grazie al particolare gioco di luci e colori (freddo-caldo) offerto da questi due momenti della giornata. Negli spazi aperti, infatti, il sole troppo intenso può risultare molesto nel pilotare il drone per il rischio accecamento e, di conseguenza, questo potrebbe rendere estremamente difficoltoso vedere quello che la fotocamera sta riprendendo per scegliere il momento più appropriato per lo scatto.
Pertanto è fondamentale predisporre una accurata pianificazione della sessione di volo scegliendo l’ora più adeguata- in termini di posizione e altezza del sole- per evitare la sovraesposizione.
La scelta del luogo, invece? In questo caso puoi dare libero sfogo alla tua immaginazione. Scegli una zona (fiume, campo, montagna ecc.) che ha suscitato in te una particolare emozione che vorresti trasmettere agli altri attraverso le tue fotografie. Tieni in conto, però, che in una valle o in una zona coperta il segnale GPS potrebbe essere minimo se non assente, quindi nel caso sia impostato il pilota automatico si potrebbero verificare alcuni problemi.
Valuta con attenzione le condizioni climatiche
Il troppo vento o la pioggia non sono situazioni ideali per una sessione fotografica in volo. Non solo, infatti, le traiettorie del drone (per quanto dotato di meccanismi anche complessi di stabilizzazione) risulteranno instabili, ma anche le fotografie, di conseguenza, appariranno mosse e poco nitide. Altro aspetto altrettanto importante è il serio rischio di danneggiare o peggio ancora distruggere il drone. Tra i fattori climatici tieni in conto anche la nebbia particolarmente intensa che limita il campo visivo e la luce.
Fattori tecnici
Prima di lanciare il drone in volo per iniziare il “reportage”, è essenziale “settare” al meglio le impostazioni della fotocamera per ottenere i risultati sperati. Vediamo quali sono i principali parametri da tenere in considerazione:
Impostazioni ISO e velocità dell’otturatore
L’ISO (o sensibilità) è un parametro che consente di indicare al sensore di quanto deve amplificare il segnale che riceve. Quanto più alta è l’ISO, più si amplificherà il segnale e, dunque, il sensore catturerà più luce e la foto risulterà più chiara (ideale in situazioni con poca luce), ma con un aumento del rumore. L’ideale, pertanto, è trovare un punto di equilibrio giusto.
L’otturatore è come una tendina che si trova all’interno della camere e che permette il passaggio della luce attraverso un sensore durante un determinato periodo di tempo. Il tempo in cui l’otturatore è aperto si chiama velocità di otturazione. Quanto più lenta è la velocità di otturazione, più luce catturerà il sensore. Questa impostazione è consigliabile in situazioni di scarsa luminosità (come alba o tramonto, per esempio), ma si corre il rischio della sovraesposizione o sfocatura. Più la velocità di otturazione è rapida, invece, minore risulterà la luce ma le immagini usciranno più vivide.
Scatta sempre in RAW
La maggior parte dei droni offre generalmente tre possibili opzioni al momento di scegliere il formato di una foto: JPEG, RAW y JPEG + RAW.
Si consiglia di puntare sul formato RAW in quanto ti permette un lavoro estremamente variegato in fase di post-produzione poiché un archivio RAW contiene tutti i dati di immagine che ha registrato il sensore della camera. E questo ti consente di modificare qualsiasi archivio RAW senza che l’immagine perda di qualità.
Scegli il modo di esposizione corretto
Quasi tutti i droni- almeno quelli di fascia medio-alta- ti permettono di scegliere tra due modalità di esposizione: automatica (decide tutto per te) e manuale (puoi decidere come e quando procedere con lo scatto). La scelta consigliata è indubbiamente quella manuale.
Bracketing e HDR
Se la fotocamera te lo permette- ed in situazioni di contrasti luminosi particolarmente intensi- scatta le foto in bracketing. Il bracketing è una tecnica che ti permette di riprendere più immagini dello stesso soggetto (generalmente da 3 a 5) con diversi gradi di esposizione. Potrai poi scegliere la foto che risulta più convincente modificandola in fase di post-produzione in HDR (High Dynamic Range) che consente di rendere tutte le zone di una fotografia correttamente esposte anche se alcune risultano più oscure di altre. Per ottenere questo effetto, dunque, si prendono varie fotografie con diversi livelli di esposizione e si “fondono” in una sola sfruttando le parti più esposte di ogni singola foto.
Imposta un corretto bilanciamento dei bianchi
Il bilanciamento dei bianchi ti aiuta a “sistemare” i colori nelle tue immagini in automatico o manualmente (scelta consigliata). Ogni fonte di luce si caratterizza per una gradazione di colore differente che si misura in Kelvin.
Colori caldi? (rosso, arancio, giallo)? “Raffreddali” riducendo la gradazione del colore con Kelvin più basso
Colori freddi? (azzurro, verde, porpora) “Riscaldali” aumentando la gradazione del colore con Kelvin più alto.
Seguendo queste regole e accumulando esperienza giorno dopo giorno sarai in grado di scattare fotografie suggestive e professionali da condividere sui social o con i tuoi parenti e amici. Utilizzare i droni per semplice passione o per necessità professionali comporta, tuttavia, alcune regole che è sempre bene conoscere per operare in tutta sicurezza e senza incorrere in spiacevoli sorprese.
Fotografare con i droni: limiti e vincoli di legge
Per quanto riguarda i droni di media dimensione è necessario precisare la differenza tra “volo autonomo” e “volo automatico” in ambito ricreativo. Mentre nel primo caso l’aeromodello vola senza nessuna possibilità di controllo da parte del pilota (quindi il volo è sempre vietato),nel secondo il conducente “vigila” sempre il drone attraverso il sistema remoto (telecomando o smartphone). La legge chiarisce che il drone può raggiungere una distanza massima di 200 metri (al fine di garantire costantemente il contatto visivo) e ad un’altezza che non deve superare i 70 metri. Per conoscere tutte le direttive indicate dall’ENAC (Ente Nazionale Aviazione Civile) puoi consultare questa breve guida.
Per quanto riguarda, invece, i mini droni la legge non stabilisce nessun vincolo specifico. Indipendentemente, però, da quanto sia grande il drone che utilizzate sarete sempre legalmente responsabili di eventuali danni provocati a cose o persone. Bisogna, dunque, prestare sempre la massima accortezza quando il velivolo è in aria ed assicurarsi che non ci sia nessuno nei dintorni o per lo meno avvertire i presenti che di lì a breve si andrà a realizzare un servizio fotografico panoramico.
Per scongiurare qualsiasi rischio si consiglia di stipulare un’apposita assicurazione che ti tuteli nel caso in cui si dovesse verificare qualche problema. Trattandosi di un fenomeno molto recente, il tema assicurativo risulta ancora piuttosto convulso. Ma è sempre bene chiedere informazioni per scoprire se qualche compagnia ha già approntato una polizza ad hoc per coprire eventuali sinistri.
Se, come dicevamo poco sopra, per i mini-droni i margini di “manovra” sono particolarmente ampi, c’è un punto fermo sul quale la legge non transige: la tutela della privacy. È assolutamente vietato fotografare qualcuno in un luogo pubblico- come una spiaggia od una piazza- e a maggior ragione un luogo privato, senza che l’interessato ne sia a conoscenza. È sempre obbligatorio chiedere il consenso previo dell’interessato. Negli ultimi anni la normativa in tal senso- sia a livello comunitario che nazionale- è stata inasprita sensibilmente. Ed a ragione. Tutti siamo potenzialmente “spiabili” sempre ed in ogni momento.