Volano nei cieli di tutto il mondo in numero sempre maggiore e si sono trasformati in una delle passioni irrinunciabili per milioni di persone. Parliamo ovviamente dei droni. Molti neofiti che si avvicinano a questo mondo si chiedono quando è il caso o meno di stipulare una polizza assicurativa per tutelarsi da eventuali danni a persone o cose. Come vedremo, la risposta non è univoca, nel senso che ci sono casi in cui si è sempre obbligatorio ed altri in cui la scelta è affidata alla discrezionalità personale. Quando sono tenuto, dunque, a “munirmi” di una polizza? La risposta è: dipende!
Quando è sempre obbligatoria la polizza?
L’ENAC (Ente Nazionale per l’ Aviazione Civile) distingue tra “Aeromodello” (velivolo utilizzato esclusivamente a scopo ludico o ricreativo) e SAPR (Sistema Aeromobile a Pilotaggio Remoto, impiegato a fini professionali).
Mentre per gli aeromodelli non è obbligatorio assicurare il multicottero, ma basterà conoscere le regole ed evitare manovre pericolose, se lo si impiega a livello professionale, indipendentemente dalla grandezza e dal peso del velivolo, l’articolo 32 del vigente regolamento ENAC recita chiaramente:
“Non è consentito condurre operazioni con un SAPR se non è stata stipulata e in corso di validità un’assicurazione concernente la responsabilità verso terzi, adeguata allo scopo e non inferiore ai massimali minimi di cui alla tabella dell’articolo 7 del Regolamento”.
Si presuppone che i professionisti utilizzino molto più spesso il multicottero di un semplice amatore e per la legge dei “grandi numeri” le probabilità di incorrere in incidenti o arrecare danni a persone o cose aumenterebbero di conseguenza. Probabilmente per questo il legislatore ha operato una distinzione così radicale. Ma non è escluso che in un prossimo futuro l’obbligatorietà della stipula sarà estesa a tutti facendo decadere questa differenziazione.
I piloti professionisti, pertanto , sono sempre obbligati a stipulare un’apposita copertura assicurativa di responsabilità civile verso terzi variabile in base al modello di drone in dotazione. Le sanzioni, in caso di mancato adempimento sono pesanti: dai 30.000 € ai 60.000 € se non si rispettano i requisiti minimi assicurativi; da 50.000 € a 100.000 € se non si è assicurati affatto.
E’ necessario, poi, prestare estrema attenzione all’assenza della targhetta identificativa del drone (206 €) o del manuale di volo che deve registrare tutte le missioni in cui il velivolo è stato impiegato (9.296 €) o il sorvolo in aree congestionate senza autorizzazione (512 €) o
A questo potrebbero aggiungersi ammende aggiuntive: la sospensione parziale o totale o la revoca deglle autorizzazioni o i titoli rilasciati dall’ENAC. Una vera e propria “mazzata” per chi ha fatto del suo drone una professione.
Uso amatoriale? Perché è sempre bene assicurarsi
Se l’assicurazione è obbligatoria esclusivamente per i professionisti, è caldamente consigliato tutelarsi sempre con la stipula di una polizza. È bene ricordare, infatti, che a prescindere dal fatto di utilizzare un drone a fini ricreativi o professionali si è sempre civilmente e penalmente responsabili di eventuali danni arrecati a terzi.
Le compagnie che offrono polizze specifiche annuali per gli hobbysti sono in continua crescita ed il costo medio è particolarmente contenuto: meno di 50 € all’anno, proteggendo fino ad un massimale che può arrivare anche ad 1 milione di €.
La buona notizia è che il costo non è determinato dal peso del drone. Ad uso ricreativo, infatti, un multicottero di 300 grammi è “uguale” ad uno di 2 chili.
Si tratta, indubbiamente, di una spesa che non influisce più di tanto sulle tasche, ma che ti permetterà di volare con maggiore sicurezza.
Possiamo essere i piloti più scrupolosi del mondo, scegliere il luogo più isolato e “dimenticato” da Dio per far volare in cielo il nostro velivolo . Tuttavia, l’imprevisto, a prescindere dalla nostra volontà può nascondersi inaspettatamente dietro l’angolo. Perché rischiare di dover risarcire con le nostre tasche danni più o meno ingenti quando, pagando una cifra assolutamente abbordabile, possiamo “toglierci il pensiero?”.