Siamo sempre più circondati da droni. Anzi, faremmo meglio a dire ‘sorvolati’ da droni. E già, perchè si sa, i droni volano, i droni ci sorvolano, ci sorvegliano, ci guidano e ci fotografano, e migliorano la nostra vita in tantissimi modi: accompagnandoci in ore di svago e divertimento, scattando foto selfie sempre più avveniristiche, oppure migliorando la nostra produttività nei tantissimi campi professionali in cui vengono applicati.
Dall’agricoltura, alla industria del cinema, passando per i monitoraggi visivi di videosorveglianza e tanti altri ambiti. Tra questi poi
eccelle anche l’uso del drone in ambito militare.
Proprio così. Non possiamo non citare il dato per cui al giorno d’oggi così come anche storicamente parlando, il drone
sia stato e sia tuttora uno degli strumenti più efficaci da utilizzare in ambito militare.
In tal senso, quello che ci viene da chiedere in modo quasi ovvio e conseguenziale è:
Cosa sono i droni militari? Come vengono usati? A che servono nello specifico?
Droni militari: tutto quello che c’è da sapere e differenti modelli
Sappiamo molto bene che esistono ad oggi Adiversi utilizzi e molteplici applicazioni dei droni ma nello stesso tempo sappiamo che quello militare è uno che marchia il settore dei droni in modo abbastanza spiccato. Così come del resto si evince dalla stessa idea di base del drone. Che
definito anche come Unmanned Air Vehicle (UAV) e cioè un velivolo telecomandato, ovvero non bisognoso di alcun pilota a bordo, viene, in qualche modo, concepito come strumento di applicazione in volo che ben si sposa al concetto strategico dell’uso militare in sè.
In ambito bellico, i droni militari vengono usati per mille motivi pratici:
- per il trasporto di attrezzature,
- per catturare immagini e video,
- per la sorveglianza
- per la ricognizione
- per la consegna delle armi letali.
Oggi gli spostamenti aerei senza equipaggio hanno un ruolo significativo nei conflitti bellici e continuamente si vedono sempre più droni applicati in questo senso. Ma quali sono le principali categorie di droni militari?
Droni militari: un passo decisivo nella storia militare
L’idea di un velivolo senza equipaggio nasce nel corso della prima guerra mondiale. Intanto che gli Stati Uniti stavano pensando all’aereo Hewitt-Sperry, in Francia, Georges Clémenceaus, presidente del Senato, avviava un progetto per sviluppare un velivolo privo di uomini al comando.
Nella seconda guerra mondiale, le perdite umane per via della caduta degli aerei da ricognizione aveva dimostrato quanto fosse auspicabile arrivare a disporre di velivoli d’osservazione senza pilota.
I droni di ricognizione vennero usati per la prima volta nella guerra del Vietnam e nella guerra del Kippur nel 1973. Oggi, sono una costante nelle battaglie. Non avendo a bordo nessun equipaggio, vanno e vengono sulle linee nemiche senza il timore di tornare con vittime sul ‘groppone’.
I tipi di droni militari: differenze e caratteristiche
I droni militari vengono classificati in gruppi divisi in base
- al peso,
- alla velocità,
- all’autonomia
- alla capacità.
In particolare la prima distinzione viene fatta tra droni sotto i 150 kg e quelli fino ai 600 kg.
Nel primo caso si parla di
micro droni, mini droni e droni piccoli o di classe 1: i droni di prima classe hanno un’autonomia di 12 ore, possono viaggiare con una velocità massima di 100 km/h e raggiungere un’altitudine di 4000 metri.
Hanno una portato di 8 KG. Hanno la possibilità dell’atterraggio in acqua.
I droni dai 150 ai 600 KG invece vengono definiti tattici oppure di classe II.
sono chiamati a svolgere attività di sorveglianza a medio raggio e tra le loro caratteristiche si ricordano:
- flessibilità,
- robustezza
- resistenza.
Vengono scelti spesso per operazioni di ricognizione, individuazione del bersaglio e valutazione dei danni.
Infine ci sono poi i droni militari
di classe III, o altrimenti detti strategici e superiori ai 600 KG. I droni militari di classe III hanno una natura estremamente resistente, e vengono scelti per operazioni delicate.
Caratteristiche tecniche principali dei droni militari
I droni militari spesso vengono creati con delle condizioni strutturali base. In pratica, l’idea è quella di renderli in grado di soddisfare particolari parametri standard in termini di operatività. Nel dettaglio:
- Volano a oltre 15 chilometri d’altezza
- possono raggiungere un’apertura alare di 25 metri,
- possono essere microscopici, con un peso di appena 200 grammi.
- dispongono di un elevatissimo livello di tecnologia volta a registrare informazioni
- sono concepiti per incamerare e lanciare missili.
I droni militari, oggi, sono sempre più dei funzionali e più che operativi dispositivi di attacco armato o di monitoraggio e supervisione che l’ingegneria bellica migliora e perfeziona di anno in anno.
I droni stanno trasformando lo scenario delle operazioni, il concetto stesso della guerra, e la concezione delle tattiche di combattimento.
Al momento sono oltre 15 i Paesi che usano dispositivi armati a pilotaggio remoto (Apr) in battaglia: in particolare modo è noto l’uso da parte degli Stati Uniti e Israele. Tra questi c’è l’Italia.
A disposizione delle forze Nato, ad esempio, sono molti i droni di Classe II e Classe III, vale a dire i droni da battaglia che che arrivano o superano appunto i 600 e che possono arrivare a volare a un’altezza di almeno 5 chilometri.
Nell’elenco dei paesi che li usano ecco anche il Pakistan e l’Iraq, ma anche l’Arabia Saudita, gli Emirati Arabi Uniti e l’Egitto.